Antoni Gaudi: l’architetto ecosostenibile

Mai come nell’ultimo periodo abbiamo tanto sentito parlare di SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE. Quest’anno l’EARTH DAY (Giornata mondiale della Terra) ha compiuto 50 anni e noi, come insegna la famosa Greta Thunberg, cerchiamo di essere il più Green possibile attraverso le famose tre R:

RIUSO, RICICLO e RIDUZIONE dei rifiuti.

Vi starete domandando cosa c’entra questo preambolo dedicato al Green lifestyle con Antoni Gaudì.

Ci arrivo, ci arrivo…

Se devo pensare ad un artista/architetto che ha fatto della NATURA la sua fonte d’ispirazione primaria non penso ad altri che a lui: Gaudì.

Le sue opere sono un continuo richiamo alle forme naturali. La città di Barcellona ha la fortuna di ospitarne la maggior parte, tant’è che se dici Gaudì dici Barcellona. Thats’it.

Tra le sue opere architettoniche più famose ce ne sono tre che, secondo me, dimostrano chiaramente quanto l’ispirazione naturale fosse così forte in Gaudì e sono:

  1. la Sagrada Familia che ricorda un castello di sabbia come quelli che facevamo al mare da bambini;
  2. Casa Batllò che grazie alle forme sinuose che caratterizzano i suoi interni è un continuo richiamo al mondo del mare;
  3. il lussureggiante Parc Guell che al suo interno racchiude numerose strutture architettoniche che si fondono quasi completamente con il paesaggio, come dimostrano le colonne-albero che sorreggono la piazza principale del parco.

Grazie a questo stile così personale è difficile incasellare Gaudì all’interno di un unico movimento artistico. Per farla breve, potremmo dire che era un modernista ma sbaglieremmo perchè andava ben oltre il Modernismo in voga in quegli anni appassionandosi, tra le altre cose, anche allo stile fiabesco e neogotico di Violett-le-Duc che potete osservare qui http://www.festivaldelmedioevo.it/portal/eugene-viollet-le-duc-luomo-che-reinvento-il-medioevo/

Il Modernismo è una corrente artistica che si sviluppa in concomitanza con la rivoluzione industriale di fine Ottocento. Assume varie denominazioni in base al paese in cui si sviluppa: Art Nouveau in Francia, Liberty in Inghilterra, Jungden Style in Germania, Secessionismo a Vienna, Stile Liberty o Floreale in Italia, Modernismo in Spagna. La disponibilità di nuovi materiali si unisce alla creazione di nuove forme creative. Il nuovo stile si poneva anche l’obiettivo di migliorare la qualità estetica degli oggetti di uso quotidiano alleggerendoli con linee sinuose, ondulate, libere da schemi. Tra i suoi esponenti principali in architettura troviamo ovviamente Gaudì in Spagna, mentre in pittura come non citare il grande Gustav Klimt che fu l’esponente indiscusso del Secessionismo viennese. Se siete interessati ad approfondire l’argomento del Modernismo e vi interessa dare un’occhiata al suo sviluppo in Italia vi consiglio di cliccare qui https://www.italialiberty.it/ e troverete alcune testimonianze molto interessanti.

Scopriamo insieme chi era Antoni Gaudì

Antoni Gaudì (1852-1926) è stato l’Architetto (con la A maiuscola) spagnolo più famoso di sempre, pensate che ben 7 delle sue opere sono annoverate nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.

Parlano di lui come di uno studente svogliato ma brillante. Conseguì la laurea in architettura e all’esame portò il progetto per l’ingresso ad un cimitero. L’edificio da lui progettato era di una particolarità estrema e colpì la commissione per la sua scenograficità espressiva. La sua ottica era così rivoluzionaria che il direttore della facoltà presso la quale si laureò affermò che davanti a loro o c’era un pazzo oppure un genio.

Vedendo come sono andate le cose direi più la seconda, non trovate?

Appena laureato, nel 1878, ha l’occasione di incontrare colui che sarà il suo più grande mecenate: l’industriale Eusebi Guell. Il sodalizio tra i due fa sì che l’architetto cominci a farsi notare nell’ambiente barcellonese dell’epoca e gli spiana la strada per le commissioni future.

Eusebi Guell ebbe il merito di scoprire la potenza creativa di Gaudì e di assecondarla in tutto, anche nei costi dei progetti studiati dall’architetto che a volte si rivelavano molto più elevati del previsto.

Il nome di Eusebi Guell è conosciuto in tutto il mondo grazie a questo rapporto di amicizia e lavoro che lo univa al grande architetto spagnolo. A lui sono intitolate alcune delle realizzazioni architettoniche barcellonesi più famose di Gaudì.

Uno su tutti Palau Guell, dimora dell’industriale e oggi casa-museo. Qui Gaudì pensa ad un’architettura in perfetto stile neogotico. Osservate bene le linee rette della facciata del palazzo perchè una geometria così non la troveremo più nelle sue opere successive.

Gaudì e la natura. L’architettura naturalistica


“Volete sapere dove ho trovato la mia ispirazione? In un albero; l’albero sostiene i grossi rami, questi i più piccoli e i rametti sostengono le foglie. E ogni singola parte cresce armoniosa, magnifica.”

Gaudì docet

E’ lo stesso Gaudì a raccontare che la NATURA è la sua prima fonte d’ispirazione. Come spesso accade nella storia dell’arte e dell’architettura sappiate che non contano le parole ma le immagini.

Attraverso questo piccolo percorsi ad immagini voglio mostrarvi quanto è vera quest’affermazione.

Siete pronti?

L’interno della Sagrada Familia, chiesa simbolo della città di Barcellona, ci fa immergere in un bosco. Le colonne si fanno tronchi che si diramano verso il soffitto come fanno i rami degli alberi. Insieme a loro anche la volta della chiesa strizza l’occhiolino al mondo del bosco. L’atmosfera è sospesa, incantata.

Particolare della scalinata tortile racchiusa all’interno delle torri che decorano il prospetto della Sagrada Familia.

Mi sembra evidente che qui, tutto ad un tratto, Gaudì ci ha portato al mare. Quella che stiamo guardando non è una semplice scalinata bensì il guscio di una chiocciola. Deve aver osservato a lungo le spirali di alcune conchiglie per giungere a questo risultato. Non credete anche voi?

Accanto alla meravigliosa Sagrada Familia, possiamo di certo ammirare quanto pensato da Gaudì per la realizzazione della famosissima Casa Batllò. I colori predominanti sono il bianco, il blu, l’azzurro e il verde e il richiamo va al mondo marino. Un’opera architettonica che mescola un effetto scenografico strabiliante e una perfetta armonia tra i materiali utilizzati: ceramica, cemento, vetro, ferro, ecc.

Osservate alcune immagini di Casa Batllò che vi riporto di seguito e ditemi se non siete d’accordo con me.

Linee curve e sinuose come le onde del mare per le vetrate che si affacciano sul centralissimo Passeig de Gracia.

Il soffitto di una delle sale principali della casa ha lo stesso andamento ondulato che l’acqua del mare disegna sulla sabbia e culmina con uno splendido lampadario a forma di conchiglia.

Il mare è presente anche sotto forma di colore grazie alle ceramiche bianche, blu e azzurre che rivestono le pareti interne dell’edificio.

Ci spostiamo un pò dal Passeig de Gracia fino ad arrivare alle prime colline barcellonesi dove è situato Parc Guell. Immersi nell’atmosfera giocosa di questo parco è possibile osservare quanto questa realizzazione di Gaudì sia l’esempio lampante della perfetta commistione tra architettura e natura.

Trovo molto interessanti le due “casine” poste all’ingresso che mi ricordano moltissimo quelle delle fiabe. Penso alla casa di marzapane della strega di Hansel e Gretel e me la immagino proprio così.

Alcuni sentieri del parco sono sostenuti da queste particolarissime colonne-tronco che somigliano in tutto e per tutto agli alberi, sia per forma sia per colore.

Gaudì è stato bravissimo a far convivere architettura e natura, tant’è che a volte è quasi impossibile capire il confine tra l’artificiale e il naturale.

Gaudì trovava affascinante la figura fantastica del drago che spesso ricorre nelle sue opere architettoniche e si traduce nella rappresentazione della più comune salamandra.

Il drago che avevamo incontrato a Casa Batllò si fa salamandra e torna a salutarci al Parc Guell. A dire il vero è proprio lei ad accoglierci all’ingresso. E’ poggiata sulla doppia scalinata, ci saluta e ci invita ad entrare nel parco.

Gli elementi di decoro che troviamo all’interno del parco sono tutti realizzati secondo una particolare tecnica di mosaico che sia chiama trencadis.

Il trencadis è un mosaico “frammentato” realizzato con frammenti di ceramiche e vetri.

E’ curioso notare che la figura del drago e quella della salamandra tornano spesso nelle sue architetture.

Sappiamo che la salamandra, essendo un anfibio a sangue freddo, ricorre spesso nelle leggende medievali perchè ritenuta capace di resistere al fuoco grazie alla freddezza del suo corpo. Nella tradizione popolare, quindi, è considerata un animale dal grande potere salvifico, in grado di vincere sulle fiamme degli inferi e sul male.

La figura fantastica del drago, invece, deve la sua continuità nelle architetture di Gaudì perchè ad esso è collegato il San Giorgio, cioè il santo protettore della città di Barcellona.

Ogni qual volta che incontriamo il drago nelle architetture di Gaudì dobbiamo quindi collegarlo alla città di Barcellona; in gergo si dice che è la sua personificazione. Si tratta quindi di un omaggio alla città stessa e al suo santo, perchè dovete sapere che Gaudì era molto credente.

Era così religioso che, negli ultimi anni della sua vita (muore investito da un tram nel 1926), tentò invano di racimolare lui stesso i soldi che mancavano per terminare la Sagrada Familia facendo il mendicante per strada.

I suoi sforzi però non portarono i risultati sperati e la cattedrale è stata solo di recente terminata, quasi un secolo dopo.

Per raccontare la leggenda di San Giorgio ai bambini leggi qui https://www.favolefantasia.com/18987/la-leggenda-di-san-giorgio.html

Da mamma trovo che il mondo di Gaudì possa essere ben recepito dai nostri figli. La sua concezione artistica così giocosa e a tratti fiabesca potrà senz’altro risultare affascinante ai loro occhi.

Ho scritto un articolo a portata di bambino in merito e lo trovate disponibile a questo link https://www.mammapoppins.it/mondo-bimbi/creattivita/gaudi-per-bambini/

Troverete anche un laboratorio gratuito di tecniche artistiche ispirato alla salamandra di Parc Guell, un modo divertente per far avvicinare i nostri bimbi al mondo dell’arte.

Alla prossima,

Federica.

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