Monet e gli Impressionisti

L’Impressionismo è una corrente artistica che di solito piace un sacco. Le mostre degli Impressionisti richiamano sempre un gran numero di visitatori che, affascinati, si lasciano incantare dal colore vibrante delle loro tele.

Io ho avuto la fortuna di lavorare come guida in occasione di una mostra che ospitava dipinti impressionisti e post impressionisti e devo ammettere che non mi stancavo mai di spiegarli al pubblico.

Spero che anche a voi piacciano quanto a me.

Partiamo dall’inizio.

Monet, il papà dell’Impres-sione levar del sole

Ho voluto giocare sul titolo del dipinto realizzato da Monet nel 1872, “Impressione al levar del sole“, per evidenziare che la nascita del movimento è attribuita a questa sua opera.

Impressione al levar del sole” C. Monet, 1872

Il quadro raffigura uno scorcio del porto di Le Havre. Come potete notare dal colore tiepido del sole è l’alba. Il paesaggio è avvolto dalla foschia e le barche che si allontanano si fanno sempre meno visibili al nostro occhio. Notate l’uso sapiente del colore: più saturo vicino a noi e sempre meno intenso in lontananza. Non ci sono linee prospettiche. La profondità dell’immagine è resa tale solo attraverso la pienezza del colore. Un altro particolare che amo è l’immediatezza della loro arte: l’idea delle onde data da piccoli tratti di pennello.

Il termine Impressionismo fu dato al movimento dalla critica dell’epoca che disprezzava questo genere di pittura, definita incompleta, proprio perché questi artisti si limitavano a dare l’impressione di ciò che stavano dipingendo. I loro lavori erano classificati come non finiti.

Forse non lo sapete, ma i nomi della maggior parte delle correnti artistiche hanno origine da una connotazione negativa. Di solito sono esplicitamente dispregiativi.

Ciò che è nuovo non piace quasi mai. Succede anche oggi. I cambiamenti spaventano. Per farvi capire il perchè questo genere di pittura non era gradita ai contemporanei, vi mostro qual’era l’arte in voga all’epoca.

Alexandre Cabanel, “Nascita di Venere“, 1863
William-Adolphe Bouguereau, “Il rapimento di Psiche“, 1895

La pittura accademica era definita così perchè realizzata da artisti che frequentavano l’Accademia e ne seguivano i dettami. I soggetti raffigurati erano considerati nobili perchè desunti dalla religione, dalla storia, dalla mitologia e dalla letteratura. Le composizioni erano ben strutturate e armoniche. La tecnica pittorica era impeccabile.

Tutte queste caratteristiche sono ben evidenti nei quadri di Cabanel e Bouguereau, che erano molto famosi al loro tempo.

Ma torniamo a noi e al nostro amico Monet. Lui è considerato il papà degli Impressionisti perchè è stato il primo ad affermare una chiara opposizione nei confronti della pittura accademica considerata troppo rigida, impostata, fredda. Era arrivato il momento di svecchiare il mondo dell’arte.

Attorno a lui iniziarono a riunirsi numerosi altri pittori, per citarvene qualcuno: August Renoir, Alfred Sisley, Edgar Degas, Camille Pissarro e Paul Cezanne.

Monet e Manet: che confusione!

Accade molto spesso che la gente confonda Monet con Manet. Due artisti che hanno due cognomi così simili, in effetti.

Per distinguerli vi basti sapere che Manet fu il primo:

  1. a nascere. Era perciò più grande d’età rispetto a Monet e agli altri artisti del movimento
  2. a dipingere en plein air (all’aria aperta)
  3. a rinnegare l’uso della prospettiva e del chiaroscuro

Edouard Manet non ha mai voluto esporre con gli Impressionisti e all’inizio era quasi infastidito dal paragone tra la sua pittura e quella del giovane Monet. Proveniva da una famiglia benestante e teneva molto al giudizio del pubblico.

Per lui era importante riuscire ad esporre in occasione delle mostre ufficiali. Teneva moltissimo al riconoscimento della critica. Lui puntava al Salon.

Cos’è il Salon? Era una mostra di pittura e scultura, organizzata periodicamente al Louvre, a Parigi. Le opere per essere esposte dovevano essere visionate ed eventualmente accettate dai maggiori esponenti della critica contemporanea. Inutile dirvi che si trattava per lo più di dipinti di stile accademico.

Per la portata rivoluzionaria della sua arte possiamo dire che Manet fu il precursore degli Impressionisti.

La colazione sull’erba” E. Manet, 1862-’63, Museo d’Orsay.

Questo quadro presentato al Salon del 1863 fu rifiutato ed esposto invece al Salon des Refuses. Perchè fu rifiutato?

Per tre motivi fondamentali: 1) per la scelta del soggetto considerato poco nobile; 2) per la presenza della donna nuda in mezzo a due uomini vestiti di tutto punto; 3) per la mancanza di prospettiva e di chiaroscuro che fa percepire le figure come “appiccicate” sulla tela.

Impressionismo: 6 caratteristiche principali

1) Pittura en plein air. Gli artisti escono dai loro studi portandosi dietro la tela (i loro quadri hanno dimensioni contenute perchè più pratici da portare in giro), il cavalletto e i colori.

Curiosità: nascono proprio in questi anni i cavalletti portatili e i colori in tubetto. Proprio per una questione di necessità. Entrambi erano più comodi da portare in giro. Pensate se avessero dovuto anche realizzare i colori sul momento. Avrebbero perso il momento perfetto dell’effetto della luce che volevano catturare.

2) La luce come uno degli elementi protagonisti delle loro composizioni. Monet, ad esempio, era ossessionato da questo. Esistono suoi dipinti che raffigurano lo stesso soggetto in momenti diversi della giornata. Cambiando l’orario del giorno, cambiava la luce, cambiavano i colori, l’atmosfera. Ne sono esempio i covoni di grano che dipinse in diverse stagioni e ad orari diversi. Qui sotto potete vedere due tele che raffigurano gli stessi covoni colti d’estate ad orari diversi: a sinistra la mattina, a destra la sera.

Covoni, fine dell’estate effetto mattina” 1891,
C. Monet
Covoni, fine d’estate effetto sera” 1891,
C. Monet

3) Assenza di prospettiva e al suo posto l’uso del colore come mezzo per ottenere la profondità: più pieno per i soggetti in primo piano e meno saturo per quelli in lontananza.

Curiosità: così come fece quasi quattro secoli prima di loro il grande Leonardo Da Vinci, gli Impressionisti capiscono che è importante utilizzare il colore per rendere visivamente l’atmosfera che si traduce concretamente nelle loro opere come una nebbiolina che avvolge le cose e le persone in lontananza.

4) Dipingono in tempo reale. Le opere impressioniste sono realizzate in pochissimo tempo. Non c’è uno schizzo. Si dipinge direttamente su tela con il colore.

5) Momenti di vita quotidiana e soggetti all’epoca considerati banali. Gente intenta a chiacchierare stesa su un telo da picnic, persone sedute al tavolino di un bar, covoni di fieno in mezzo ad un campo, laghi di campagna con ninfee, una signora che passeggia in un campo di papaveri.

6) Gli Impressionisti non dipingono la realtà così com’è. Davanti ad un quadro impressionista non direte mai: “Sembra una fotografia”. Sapete perchè? Perchè loro dipingono in base a come la realtà viene percepita dal loro occhio nel momento in cui la dipingono.

Curiosità: Monet e Renoir erano grandi amici e spesso dipingevano insieme. Ponevano i loro cavalletti uno di fianco all’altro e poi confrontavano i loro lavori.

Sopra “La grenouillères” P. A. Renoir, 1869
Di fianco “La grenouillères” di C. Monet, 1869

Un chiaro esempio di come i due artisti amavano dipingere fianco a fianco. Stesso soggetto, due rese pittoriche molto diverse.

7) Le inquadrature originali e i tagli occasionali dei soggetti che ritroviamo nei dipinti del movimento Impressionista derivano dal nascente mondo della fotografia. Sul finire dell’Ottocento, infatti, abbiamo le prime fotografie della storia. Se pensate al funzionamento della macchina fotografica che riproduce l’immagine attraverso la luce, non potete non associarlo alla creazione dell’opera dei maestri Impressionisti.

Curiosità: la prima mostra dell’Impressionismo ebbe luogo presso lo studio fotografico di un famoso fotografo francese dell’epoca, Felix Nadar.

Accanto ai più noti Monet, Renoir, Degas, Sisley, Pissarro, ecc. si pongono altri pittori meno conosciuti ma per questo non meno talentuosi.

Mi fa piacere citarvi Frederic Bazille, perchè oltre a dipingere quadri, a mio parere molto interessanti, aveva un forte legame di amicizia con Monet e Renoir, aiutandoli spesso economicamente a risolvere qualche piccolo problema finanziario. Lui proveniva da una famiglia borghese e in teoria avrebbe dovuto fare medicina, ma il suo incontro con il gruppo Impressionista fa sì che si innamori della pittura e decida di dedicarsi a quella.

Ha la sfortuna di dover partire per la guerra franco-prussiana e di lasciarci le penne. Muore a soli 29 anni, nel 1870.

Riunione di famiglia” 1867, F. Bazille

Merita menzione anche Gustave Callebotte che, come Bazille, proveniva da una famiglia agiata e come lui si fece benefattore per gli amici pittori, acquistando diverse tele di Manet, Renoir and co.

I suoi quadri hanno la particolarità di avere spesso come soggetti principali figure maschili a torso nudo e persone alla finestra, spesso riprese in controluce e dal taglio di chiara derivazione fotografica.

Interno” 1880, G. Callebotte

Non smetterei mai di parlare degli Impressionisti e delle loro opere. Della querelle tra Salon e Salon des Refuses. Di Monet e Manet. Dell’amicizia tra Monet e Renoir. Delle contaminazioni tra Impressionismo e fotografia.

Può anche darsi che io decida di scrivere ancora di questo bellissimo movimento, guardandolo da altri punti di vista, perchè no?

Mi piace l’idea di avervi dato uno spunto e magari la voglia di approfondire meglio l’argomento.

Alla prossima!

3 risposte a “Monet e gli Impressionisti”

  1. Che bel blog! Adoro tutto ciò che parla di Arte. Non per altro sono laureata in Storia dell’Arte 🙂
    Ciao! Buon inizio di settimana!

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  2. Articolo molto interessante con dettagli e curiosità che non conoscevo

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    1. Ciao!
      Ti ringrazio moltissimo.

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